Mara e il suo mulino.
La storia di un passato che abbiamo amato impastando lentamente il nostro presente.
Ho conosciuto Mara nei primi giorni del gennaio 2020 quando siamo venuti a visitare la regione per scegliere il posto dove vivere.
E’ successo in una cena gargantuesca che non finiva più come spesso accade in Italia tra amici. Mara era la sola persona che parlava francese quando il mio italiano era poco più che un balbuziare e ho subito sentito che questa donna solare sarebbe diventata un’amica.
Poi alcuni mesi dopo, sbarcati di fresco dal Canada, Mara ci ha invitato nella sua casa di campagna un luogo lontano dalla folla ai suoi “Mulini Venturi”.
Serpeggiando in moto per le strade collinari tra i campi di vigne ed olivi dove le colline si bruciano sotto l’oro del sole che tramonta, più ci avvicinavamo alla destinazione più il GPS sembrava smarrito, come se Mara e il suo mulino si nascondessero sottilmente dalla ricezione tecnologica.
Eravamo alla metà del mese di Luglio e l’aria era fresca sulle colline, questo è un dettaglio importante e voi capirete perché.
Arrivando al mulino sono stata soggiogata da questa dimora costruita come in una nicchia in uno scrigno sibillino . I suoi muri, le sue pietre che hanno visto sfilare le epoche, i suoi scuri color smeraldo, la sua famosa porta ad arco tipica italiana, il verde lussureggiante, ha risvegliato in me questo ricordo di bambina che sognava già di case d’altri tempi.
Poi abbiamo cenato sotto il cielo stellato della corte del mulino. Ci attendeva una lunga tavola con al centro una terrina di spaghetti con le vongole accompagnata dal vino e dalle belle risate tra amici che echeggiavano nel silenzio sereno della notte.
Questa cena al mulino sembrava aver fermato il tempo ed ogni secondo sfilava come se le ali invisibili dell’antico mulino ripresentassero con lentezza i momenti di grazia del passato.
Ecco la storia di Mara e dell’incontro con questo vecchio mulino del villaggio su cui ci ha messo le sue mani con passione e lavoro durato ben sei anni per scrivere una nuova pagina della sua storia.
Puoi raccontarci qual’ era la tua intenzione mentre cercavi la tua casa ?
A quel tempo e parliamo dell’inizio del 2000 io lavoravo nell’ albergo dei mie genitori sulla riviera a Cattolica una stazione balneare a sud di Rimini.
Il lavoro era molto stressante e intenso specie in alta stagione. Ero spossata e sentivo la necessità di avere un posto dove ritirarmi dal mondo, in campagna quando ne avevo voglia. Cercavo un posto dove nessuno potesse venire a disturbarmi. Avevo bisogno di pace e di silenzio.
Il mio progetto iniziale era quello di vivere in comunità con altre persone e di fondare una sorta di eco-villaggio. Sognavo di poter coltivare la terra e diventare il più autonoma possibile.
Come hai trovato dunque il mulino?
Avevamo un portiere di notte in albergo che viveva in campagna e che conosceva molte persone che avevano messo in vendita le loro case. Mi ha portato a vedere tante case nella campagna romagnola.
Un giorno mi ha fatto scoprire il vecchio mulino del villaggio di Saludecio costruito nel 1789.
Entrando in questo rudere tutti i miei sensi si sono risvegliati. Subito l’odore di terra battuta molto forte del pavimento della casa, poi mentre mi raccontava la storia del mulino, scene di poesia e nostalgia iniziarono a scorrere davanti ai miei occhi. Immaginai i contadini che arrivavano con i carri di grano per venire e macinarlo. Potevo sentire l’agitazione delle donne che impastavano insieme i loro pani. Sentivo le vibrazioni del sole ed il rumore dei carri trainati dai cavalli.
Un vero film che scorreva nella mia mente. Immaginai cosi chiaramente queste scene in cui le donne facevano il pane insieme chiacchierando e ridendo.
Aprendo quella porta mi sono sentita proiettata in un passato idealizzato. I miei genitori erano già grandi quando sono nata, erano di un’altra epoca. Incontrando questo luogo ho sentito che stavo toccando con mano la vita di quei tempi che i miei mi raccontavano spesso. I tempi di una volta dove la tecnologia non esisteva e dove le persone trovavano il tempo per condividere intensi momenti insieme.
Hai avuto perciò la certezza che era questo il posto che cercavi?
Si, ma nonostante quel tuffo al cuore mi sono concessa del tempo prima di decidermi per l’acquisto.
Era in pessime condizioni e vedevo bene che c’erano dei lavori enormi da fare e che mi ci sarebbero voluti anni per quest’impresa. Era tutta una crepa….allora ho alzato un’impalcatura per togliere un pezzetto di vecchio intonaco che nascondeva dei magnifici muri in pietra.
Poi, come ho accennato prima, io sono molto sensibile alle energie dei luoghi e mi sono subito sentita bene qui. Il mulino era pieno di nidi di rondini e questo è sempre un segno di sacralità. Ho anche interpellato un radioestesista che mi ha confermato che questo era un posto molto positivo.
Ma un criterio molto importante ha sigillato la mia decisione di acquistarlo. La freschezza del posto! Eravamo in luglio e faceva un caldo soffocante al mare, ma qui no, qui c’era un bel fresco e mi son detta “voglio questo frigorifero”.
Conosci la storia del mulino?
Si un po’, ho fatto delle ricerche nell’archivio storico di Rimini dove ho scoperto che era stato costruito nel 1789 dalla famiglia Sanchi con i sassi del fiume e qualche mattone che allora costava caro, poi un’anziana signora mia vicina mi ha raccontato alcune vicende di questo mulino.
La famiglia Sanchi era una famiglia di mugnai che l’ha utilizzato fin verso circa il 1952. Poi fu abbandonato a causa dell’arrivo della farina bianca americana. Le persone quindi avevano iniziato ad abbandonare le farine integrali locali per utilizzare questa nuova farina che veniva da lontano.
Come hai trovato la tua dimensione al mulino? Come hai costruito la tua relazione con lui?
So che questa casa e i suoi abitanti di un tempo mi hanno scelto, ho sempre sentito la loro benevola presenza. Questo mulino aveva bisogno di qualcuno che si occupasse di lui. Me l’ha chiesto, mi sono sentita responsabile di ridare una vita a questo piccolo pezzo di storia.
I primi anni mi sono dunque concentrata sulla sua rinascita. Ho iniziato i lavori nel 2003 e ci ho messo circa sei anni a terminare l’opera.
Gli ho dato un grande amore e tutta la mia energia. Guarda, ho ristuccato la rudezza dei suoi muri con le mie mani. Quando riguardo i suoi muri, sono scritti nella mia memoria, ricordo ogni particella in cui ho lasciato le mie gioie, le mie lacrime, il mio sudore. Vedi questa zona, l’ho ricostruita sotto la neve di gennaio, questa sotto il sole della primavera. Io e il mulino abbiamo condiviso un piccolo traguardo dell’anima l’uno dell’altra.
Non siamo più consapevoli del lavoro e del tempo che ci vuole per costruire una casa. Ora ci sono molte case prefabbricate ma mancano di anima, manca “L’opera dell’uomo”.
Nell’estate del 2010 ho provato a costruire una piccola comunità eco-sostenibile con un gruppo di ragazzi con i quali coltivavamo la terra. Vendevamo le verdure sui mercati ma abbiamo presto abbandonato l’idea. La vita in comune era difficile, ognuno voleva fare le cose a modo proprio e non guadagnavamo abbastanza per vivere. Il mulino quindi si è trasformato in una casa per ospitare chi ha bisogno di stare vicino alla natura.
Come si sono congiunte l’anima della casa e la tua?
Ci sono due ruscelli da ogni lato del mulino, scorrono lentamente, per me sono il riflesso del tempo che passa pacificamente al suo ritmo.
Tutte le cose della vita hanno bisogno di lentezza. Come il tempo che ci ho messo per rimetterlo in vita. Come i pani antichi che erano stati impastati qui che nascevano dal grano appena macinato. Dalla spiga di grano fino al pane sulla tavola, ci voleva tempo e amore. Abbiamo perduto il vero valore di queste cose oggi. Le nostre anime si sono mutualmente unite in funzione dei nostri bisogni.Avevo bisogno di silenzio e di lentezza, di pace e di fresco, la casa aveva bisogno di una rinascita e di vita.
E con i tuoi ospiti che soggiornano al mulino
Il mulino opera sempre la sua magia sugli ospiti che vengono qui. Io li vedo arrivare dalla città nervosi e stressati. Dopo una notte qui, hanno dei visi diversi, ogni tanto chiedo loro se sono la stessa persona di prima.(risate).Le loro pelli si rilassano i loro spiriti si evadono nei campi di ulivi attorno alla casa. Si prendono il tempo di riscoprire tutti i loro sensi. Respirano i fiori profumati, mangiano le verdure e la frutta del giardino. E poi qui, il vero lusso del mulino è la pace e il silenzio. Nelle vite a a cento all’ora in città, le persone non hanno più l’abitudine al silenzio. Qui, c’è un silenzio tombale, così puro che può quasi fare paura a certi viaggiatori. Ho intessuto dei legami molto forti con alcuni dei miei ospiti e a volte ricevo un piccolo messaggio in cui mi dicono che hanno nostalgia del mulino e che ci pensano dai loro uffici durante il lavoro per tirarsi su.
Questo mi fa molto felice.
E il linguaggio segreto tra te e il tuo giardino?
Oh c’è tanto da fare, sempre. Il mio giardino, è il mio spazio per esprimermi. Ho bisogno di mettere le mani nella terra, d’altra parte guardale, sono ancora nere di terra.
Lì, ci sono le peonie che ho piantato due anni fa e che stanno per fiorire, sono bulbi che ho comprato in Australia.
La casa è in osmosi con la natura e esse mi donano tutto. Ho acqua pura per bere, ho il giardino per nutrirmi. Essere in contatto con la natura è la sola cosa che mi rende realmente felice, essa mi riconnette a me stessa.
Queste citazioni riassumono bene la mia relazione con il giardino del mulino
“I love no man the less but Nature more” Henry David Thoreau “Walden”
“Si vuoi essere felice un giorno cerca una donna/uomo
Se vuoi essere felice una settimana cerca un amico
Se vuoi essere felice tutta la vita coltiva il tuo giardino.” Saggio cinese
Per gioire della quiete del mulino
Mara Casadei via Mulini Venturi 1434 B 47835 Saludecio (Rimini) tel. 3208614824